I vestiti delle star
Da Capucci a Yves Saint Laurent.
Gli abiti della collezione di Cecilia Matteucci.
PROROGATA AL 3 NOVEMBRE 2023!
GALLERIA CAVOUR 1959
A seguito dell’incredibile successo della mostra “I Vestiti delle Star”, Galleria Cavour 1959 estende la durata fino al 3 novembre, e in occasione della proroga, presenta due nuovi straordinari abiti firmati Chanel e Gucci.
A Galleria Cavour 1959 di Bologna per la prima volta un’esclusiva esposizione di capi iconici indossati da grandi dive tra gli anni ‘70 e ’80 e ‘90. La moda è cultura e si esprime in tante forme d’arte e Galleria Cavour 1959 le mette tutte assieme portandoci a rivivere un percorso nella storia della moda ma anche in quella del cinema, della musica e delle sue interpreti per le quali l’abito diventa il veicolo della loro grandezza di star. Dal 15 settembre al 15 ottobre 2023 (proragata al 3 novembre 2023) Galleria Cavour 1959 ha ospitato infatti I vestiti delle star.
Da Capucci a Yves Saint Laurent abiti dalla collezione di Cecilia Matteucci Lavarini, rassegna che ha visto “in vetrina” una selezione di 5 capi iconici dalla collezione di Cecilia Matteucci Lavarini, dal guardaroba di varie celebrità. Una mostra che si inserisce nella missione di Galleria Cavour 1959 che sin dalle sue origini ha dettato lo stile e la moda in città attraverso le sue prestigiose boutique con firme di grandi stilisti.
Sono contenta di inaugurare questa mostra proprio poco prima della settimana della moda. Tra qualche giorno si terranno le sfilate Primavera/Estate a Milano e questa mostra vuole dimostrare il forte legame di Galleria Cavour 1959 con la capitale della moda italiana, rappresentando il cuore della moda a Bologna. Per noi, come per tutti, la moda è una delle più grandi forme e linguaggi dell’arte, e Cecilia Matteucci Lavarini ne è una delle maggiori interpreti contemporanee”.
Paola Pizzighini Benelli, Amministratore Unico di Magnolia SRL, a cui fa capo Galleria Cavour 1959
La mostra che sarà “sottovetro”, visibile dalle ampie vetrine dello spazio centrale della Galleria, si situa nel solco di una tradizione di ricerca e di sperimentazione di Galleria Cavour 1959 che unisce l’arte alla moda, testimoniato anche dalle recenti mostre di arte contemporanea che si sono svolte nel “salotto dei bolognesi”.
Dell’esposizione faranno parte due abiti, uno arancio e uno rosso, di Capucci dal guardaroba di Raina Kabaivanska: Raina li aveva donati all’Associazione Baby Nel Cuore per beneficenza e poi, sempre beneficenza, sono stati comprati da Cecilia Matteucci Lavarini. Tra le cantanti liriche più importanti dei nostri tempi Raina Kabaivanska è nata a Burgas sul Mar Nero, in Bulgaria il 15 dicembre 1934. Il suo nome significa in bulgaro antico ninfa del fiume. Il cognome invece è un’invenzione del padre che modificò il suo cognome Ivanov in kaba- dal turco morbido, tenero, -ivan- radice del cognome, col suffisso polacco -ski,-ska come segno di nobiltà.
Sempre di Capucci, tra gli stilisti prediletti dalle star, in mostra un abito chiffon color glicine e una mantella di velluto blu-viola ornata di rouches in taftà del solito colore, dal guardaroba dall’attrice Valentina Cortese (Milano, 1º gennaio 1923 – Milano, 10 luglio 2019) considerata una delle ultime dive del cinema e del teatro italiano. La mantella blu e l’abito chiffon sono degli anni ‘80.
A completare la selezione un vestito maculato del 1994 di Yves Saint Laurent, indossato quell’anno da Jeanne Moreau al Festival di Cannes. Interprete tanto incisiva quanto versatile di più di centotrenta film, Jeanne Moreau (Parigi, 23 gennaio 1928 – Parigi, 31 luglio 2017) ha lavorato con alcuni tra i maggiori registi del XX secolo, come Luis Buñuel, Orson Welles, Michelangelo Antonioni, François Truffaut, Louis Malle, Wim Wenders, Elia Kazan, diventando fin dagli esordi una delle più celebri attrici francesi.
Gli abiti provengono dalla straordinaria collezione di Cecilia Matteucci Lavarini, che nel suo guardaroba vanta oltre 3000 capi di couture che continua a indossare per farli vivere da “stilista di se stessa attraverso le creazioni altrui”, come è stata definita.