Movimento Lieve. Michele Maria Gattuso
Michele Maria Gattuso presenta, nella Terrazza Green di Galleria Cavour 1959, una mostra personale in occasione di Art City Bologna 2025.

DAL 6 AL 9 FEBBRAIO 2025
GALLERIA CAVOUR 1959 • TERRAZZA GREEN

Mostra a cura di Raffaella Sergi
Mostra promossa da DB Hair Flair
Queste fotografie parlano di noi. Non raccontano storie di volti, ma di presenze. Non svelano vite, ma evocano atmosfere. Ogni immagine racconta una storia di connessione, distanza o immersione in un contesto abitato temporaneamente, evocando un senso di appartenenza e transitorietà. Le foto condividono un linguaggio visivo che parla di spazio, proporzione e atmosfera; non ci impongono una domanda, ci restituiscono un sentimento.

La scala del paesaggio e il gioco delle proporzioni ridimensionano le figure umane, che diventano un dettaglio. Eppure gli individui, inconsapevoli di essere osservati, rimangono comunque punti di riferimento. L’essere umano è al centro, ma non domina. Semplicemente esiste. È parte del tutto: un elemento che si dissolve nello spazio e nel tempo. Il paesaggio lo contiene e, allo stesso tempo, lo definisce. I suoi gesti semplici diventano importanti e riconoscibili, in quanto appartengono a tutti noi.
Con questo progetto, propongo uno sguardo che non giudica su fotografie che sussurrano timidamente. Un appello a riflettere su cosa significhi essere un frammento di qualcosa di più grande, trovando nel vedere stesso un atto di consapevolezza.
Lo sguardo del fotografo e di chi osserva queste foto si allineano: entrambi si ritrovano a fermarsi, osservare, riconoscere un movimento, quindi a sentirsi parte di esso con l’umiltà di chi si fa attraversare da ciò che osserva. È un meccanismo silenzioso, in cui l’osservatore diventa parte del processo, trovando, nelle tracce lasciate da altri, un riflesso di sé. È un invito alla lentezza, alla contemplazione e all’empatia: in un mondo che accelera, queste immagini ci chiedono di fermarci e di riconoscere, nella semplicità dei gesti di quelle figure rappresentate, l’umanità che ci accomuna.
Michele Maria Gattuso