Art City 2019: “La città passante” di Daniele Vincenzi

Categoria: Arte e cultura

Una delle pasticcerie più importanti di Bologna, Viscardi (il Cova di Bologna), occupa le vetrine di Aspesi, che conserva l’originale scala elicoidale progettata appositamente dall’Ingegner Pizzighini.

Una grande Mostra in Galleria Cavour per celebrare i suoi primi 60 anni. E per riscoprire le origini del prestigioso complesso edilizio, che oggi ospita un polo del luxury shopping tra i più importanti al mondo, nel cuore del centro storico di Bologna.

C’era un tempo il glorioso ‘Caffè Viscardi’, dove transitavano i ganzi negli anni ’60 parcheggiando i loro bolidi  lì davanti, nel cuore della Galleria. E poi c’erano ‘Bang Bang’ e ‘La Casa dello Sport’, ‘Pavirani’ e ‘Charme’, le gloriose boutiques che per le signore bolognesi à la page erano irrinunciabili. E, poi, ancora ‘GB’, la jeanseria per i più giovani, e le scarpe ‘Magli’, la ‘Casa del Guanto’ e la profumeria delle sorelle Faccioli. E poi, negli anni ’90, esplode il ‘made in Italy’, e i brand della moda entrano in Galleria Cavour dalla porta principale, prendendo via via il posto delle tradizionali boutiques plurimarca. Ed ecco che arrivano Bulgari, Versace, Armani, ad imporre le loro esigenze di immagine, metratura, dettagli tecnici. Ed è così che negli anni, con i vari successivi restyling, passo dopo passo prende forma il volto contemporaneo di Galleria Cavour. Via via fino ad oggi e alle ultime aperture, da Tesla a Moncler, passando per Polo Ralph Lauren e Gucci, fino alla prossima apertura del nuovo mega store Louis Vuitton.

Ma molto tempo prima, alla fine degli anni ’40, dopo il grande conflitto bellico, in quello che rimaneva della città devastata dalle bombe, nell’area oggi di Galleria Cavour non si vedevano altro che i segni della devastazione.

Galleria Cavour nasce da un prestigioso progetto, di cui la Mostra <La città passante. Spazi e storie di Galleria Cavour> – a cura dell’architetto Daniele Vincenzi-Camere Sonore e promossa dalle due proprietà, Pizzighini Benelli e Sassoli de’ Bianchi, con il contributo di Banca Generali – intende riportare alla luce le linee guida e narrare dando spazio allo spirito della committenza dell’epoca e ai suoi progettisti, e fondandosi ampiamente sui documenti storici di archivio, spesso inediti.

La Mostra gode del patrocinio del Comune e dell’Ordine degli Architetti di Bologna. 

Grazie al contributo di numerosi fondi archivistici (Genus Bononiae – Biblioteca San Giorgio in Poggiale, Archivio Storico Regione ER, Archivio di Stato di Roma, Camera di Commercio di Bologna, Ordine Architetti Bologna- Archivio Storico, Foto Archivio Paolo Ferrari e Archivio Storico Fotografico Walter Breveglieri) è stato possibile restituirne il costante processo evolutivo, che ha portato la Galleria ad accogliere in modo sempre più attuale le tante attività commerciali che qui si sono succedute, mantenendo uno stretto legame con la città.

I 60 anni di Galleria Cavour. Nel 2019 ricorrono i 60 anni di Galleria Cavour. La sua storia ripercorre fondamentali vicende della città di Bologna, e nello tempo costituisce una testimonianza del costume contemporaneo, dai tempi del boom economico, gli anni ’60, agli Anni di Piombo, via via fino all’arrivo delle grandi griffe, con il trionfo del ‘made in Italy’ in tutto il mondo.

Galleria Cavour, il progetto.

Il 29 gennaio 1944, una bomba devasta l’Archiginnasio e il contesto edilizio della futura Galleria. E, a partire dalla ricostruzione degli anni ’50, questo complesso edilizio è ravvisabile come un singolare ‘laboratorio urbano’, da osservare sotto vari profili: l’approccio progettuale, la dinamica urbana e sociale, la storia di costume locale e l’inesauribile rapporto tra antico e moderno. 

Il complesso edilizio di Galleria Cavour è frutto di un vasto e delicato intervento di ricostruzione post bellica avviato nel 1949 e completato nel 1961. 

L’intero progetto nacque dall’intuizione dell’ingegner Giorgio Pizzighini, uno dei progettisti del Piano Regolatore Clandestino elaborato in piena guerra, insieme agli architetti Luigi Vignali e Gildo Scagliarini. Tutti loro furono poi inseriti dall’amministrazione Dozza nella Commissione Redattrice del Piano di Ricostruzione. Fu lo stesso Pizzighini a coinvolgere la famiglia Sassoli de’ Bianchi, che decise di creare il ‘passaggio’ attraverso Palazzo Vassè (a testimonianza è tuttora visibile una delle colonne, elemento strutturale, del palazzo) fino a piazza Cavour, con l’obiettivo di conferire alla galleria l’attuale respiro. Uno dei propositi del progetto, infatti, era quello di collegare i passaggi tra le piazze Maggiore, Galvani, Minghetti e Cavour.

Il progetto della parte Sassoli de’ Bianchi fu realizzato dall’architetto milanese Guglielmo Ulrich.

La Mostra <La città passante. Spazi e storie di Galleria Cavour>

La Galleria Cavour, oggi semplicemente e familiarmente chiamata “la Galleria”, rappresenta da decenni un articolato sistema di passaggi pedonali a destinazione commerciale assai frequentato, strettamente collegato ad alcuni tra i principali spazi pubblici della città, in un flusso senza orario che abbraccia ogni giorno della settimana.

Sottolinea il curatore Daniele Vincenzi: <A differenza di tante altre simili e coeve sperimentazioni architettoniche e urbanistiche realizzate nello stesso periodo in città, per rimarginare i danni della guerra, la Galleria ha subito riscontrato un particolare gradimento dei cittadini, diventando uno dei più frequentati percorsi della trama pedonale del centro storico. Nonostante questa consuetudine, e forse perché l’attenzione è in genere fortemente concentrata sulla rilevanza delle sue vetrine, l’architettura della Galleria è pressoché sconosciuta. Si tratta di un’architettura di alto livello qualitativo, che si svolge non solo nei ben noti spazi interni di attraversamento, ma anche nelle sue volumetrie e facciate esterne, che si misurano con un contesto urbano e architettonico di alto pregio storico e di complessa articolazione. Un impegno reso ancora più rilevante perché vide in campo due proprietà diverse, Pizzighini e Sassoli de’ Bianchi’ e due diversi staff di progettisti, che riuscirono però a raggiungere un armonico risultato, tuttora difficilmente distinguibile, pur nella differente concezione ideativa e della realizzazione>.

Le immagini della Mostra: le foto delle boutiques, dei personaggi e i disegni progettuali.

La Mostra propone molto materiale inedito: i progetti (di assoluto interesse, tra gli altri, quello che prevedeva i due passaggi sotto il Pavaglione, che poi non furono realizzati). E le vecchie foto: da quella che mostra il quadrivio di Galleria con le strisce pedonali e le auto (da cui si è tratta ispirazione per il titolo ‘La Città Passante’), al defilé promosso dal mitico ‘Bang Bang’ per una stagione di uno degli anni 60-70. Fino all’immagine che ritrae l’esercito in assetto antisommossa durante gli Anni di Piombo.

Osserva Paola Pizzighini Benelli <Ritengo che adesso più che mai, nel guardare al futuro della nostra città, sia importante ripercorrere le scelte urbanistiche fatte in passato e tenerne presente il grande valore. Proprio questo, è il caso del grande progetto che ha generato Galleria Cavour, grazie alla passione di chi lo concepì. E questo, è il senso della Mostra che proponiamo in occasione dei 60 anni di Galleria Cavour. Io sostengo che, oggi come allora, nelle scelte di crescita della città, occorrono sia una forte consapevolezza urbanistica, sia tanto amore per la nostra città>.

Dichiara Maurizio de Vito Piscicelli, responsabile marketing di Galleria Cavour per la proprietà Sassoli de Bianchi: <La Mostra sui 60 anni di Galleria Cavour rappresenta per noi l’inizio di un momento celebrativo di un’epoca storica della città di Bologna che in tutti questi anni ha visto coinvolti, oltre alle nostre famiglie, tante altre persone e tanti marchi prestigiosi che con il loro impegno e la loro fiducia hanno contribuito al successo e alla crescita del nostro progetto. Consideriamo Galleria Cavour parte integrante del tessuto sociale di Bologna ed ogni nostra iniziativa passata, presente e futura è indirizzata a migliorare, far crescere questa collaborazione e a mettere a disposizione dell’intera città una realtà d’eccellenza della quale tutti siano orgogliosi>. 

 

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